
Perché è importante studiare le poesie a memoria?
Ieri il mondo ha perso uno dei suoi più importanti uomini di cultura contemporanei e a tutti noi mancheranno i suoi insegnamenti. Ho riletto più volte tutto d’un fiato la lettera che ha scritto al nipote “CARO NIPOTE, STUDIA A MEMORIA!”.
Umberto Eco, sempre diretto e senza ipocrisie, ha ricordato a tutti noi l’importanza del ricordo: esercitare la memoria per poter “camminare più velocemente” con il nostro cervello.
È vero che se ti viene il desiderio di sapere chi fosse Carlo Magno … non hai che da premere qualche tasto e Internet te lo dice subito. Fallo quando serve, ma dopo che lo hai fatto cerca di ricordare quanto ti è stato detto per non essere obbligato a cercarlo una seconda volta … Il rischio è che, siccome pensi che il tuo computer te lo possa dire a ogni istante, tu perda il gusto di mettertelo in testa. Sarebbe un poco come se, avendo imparato che per andare da via Tale a via Talaltra, ci sono l’autobus o il metro che ti permettono di spostarti senza fatica (il che è comodissimo e fallo pure ogni volta che hai fretta) tu pensi che così non hai più bisogno di camminare. Ma se non cammini abbastanza diventi poi “diversamente abile”, come si dice oggi per indicare chi è costretto a muoversi in carrozzella … La memoria è un muscolo come quelli delle gambe, se non lo eserciti si avvizzisce e tu diventi (dal punto di vista mentale) diversamente abile e cioè (parliamoci chiaro) un idiota.
Mi sono fermata a riflettere sullo studio mnemonico delle poesie che viene svolto a scuola e sulla sua importanza.
Far fare ginnastica al cervello dei nostri alunni è un grande regalo che gli facciamo ma, troppo spesso, questo esercizio viene vissuto come una costrizione o come una montagna da scalare senza nulla a cui aggrapparsi.
Per alcuni bambini è molto difficile ricordare le rime in sequenza … c’è sempre quella parolina antipatica che sfugge alla memoria.
Se non li si aiuta a trovare una strategia adeguata i bambini non cercheranno di sforzarsi perdendo, piano piano, anche la memoria storica del nostro paese e delle loro esperienze di vita.
Cosa fare?
Partiamo da un assunto e cioè dal fatto di come il cervello sia diviso in due parti distinte, ognuna delle quali ha proprie peculiarità:
- l’emisfero sinistro con funzioni logiche e relazionali;
- l’emisfero destro con funzioni creative e intuitive.
Ora, dovete sapere che la scuola di oggi basa i suoi programmi di insegnamento, principalmente coinvolgendo la parte sinistra del cervello.
E il sistema che viene suggerito per la memorizzazione, è unicamente quello della ripetizione (parte sinistra del cervello).
E’ palese quanto tutto questo sia un vero e proprio spreco delle risorse insite nell’emisfero destro (relegato a un ruolo marginale).
L’assurdità sta poi anche e soprattutto nel fatto che tutte le tecniche mnemoniche avanzate sfruttano proprio la parte destra del cervello!
Vedete che c’è qualcosa che non torna?
E allora, per smetterla di pensare con metà cervello, per sfruttare tutto il potenziale di apprendimento che i bimbi hanno a disposizione, serve assolutamente cambiare modo di studiare.
Come?
Il metodo SEF di Giorgio Luigi Borghi è pensato proprio per questo.
Nel suo “Bimbi bravi a scuola” indica una via chiara su come portare l’apprendimento scolastico a un livello superiore sia in termini diefficacia che di coinvolgimento, sfruttando appunto le risorse della parte destra del cervello.
Un esempio?
Questa è la sua spiegazione della “Rosa dei venti”.
Apri il PDF per vedere l’immagine: rosa_dei_venti
Si tratta di un semplice disegno con dentro le tecniche mnemoniche di cui parlavo sopra.
Ovviamente se dette tecniche non si conoscono, questo disegno risulta essere una serie di immagini senza significato.
Ma ti assicuro che una volta capito il metodo (ci vuole pochissimo), anche un esercizio noioso come la memorizzazione di un elenco di venti, per il bimbo diventa un gioco che si trasforma magicamente in studio.
Tempo stimato di memorizzazione?
Non più di 10 minuti!
Invece delle solite ore (ma di testa compresi).
Se ti interessa approfondire l’argomento, ti consiglio di scaricare la sua guida gratuita SCUOLA ELEMENTARE FACILE.
Immagine in evidenza fonte Pixabay