
Innamorarsi dagli 0 ai 100 anni
Innamorarsi dagli 0 ai 100 anni
Rossore, batticuore, timidezza e vergogna …
A 7 anni come a 30 l’amore contagia grandi e piccoli “amatori” del mondo …
A voi genitori rimane il compito di ascoltare
“Mamma penso di amarlo”
L’innamoramento non è una fase che conquista e seduce unicamente adolescenti e adulti ma si manifesta anche nel mondo dell’infanzia e della preadolescenza.
Questo sentimento insostituibile è un fuoco di batticuore, è impulsivo e diretto come un “colpo di fulmine”, un mix innocente e prematuro di ricerca, amore platonico, timidezza e vergogna differendo dall’amore adulto perché privo di sessualità in quanto il bambino non può modellare una coppia che si contrappone a quella di mamma e papà. Il bambino sente l’esigenza di avvicinarsi all’innamorato attraverso una sorta di amore chimerico fatto di rossori e gelosie.
Solo verso gli 8 anni egli riesce a capire la corrispondenza dei sentimenti e per evitare rifiuti o negazioni si chiude in se stesso proteggendosi con la timidezza e di conseguenza con la vergogna nei confronti dell’intromissione degli adulti.
AMORI SENZA ETA’
GENERAZIONI A CONFRONTO
Oggi l’innamoramento è sempre più precoce basti pensare al linguaggio dei media ed ai modelli proposti. Durante la mia generazione, superati i dieci anni, era impensabile ammiccare e “strizzare l’occhio” all’altro sesso con tale disinibizione.
Ci si innamorava anche allora ma si custodiva gelosamente il segreto con l’ansia e la vergogna di essere scoperti dagli adulti.
RAPPORTI GENITORI E FIGLI
COME COMPORTARSI?
Ma qual è il modo migliore per stare vicino ai figli in questa fase?
A consigliarvi al meglio sono il dott. Gianfranco Trapani, pediatra, e la dott.ssa Stefania Piloni, ginecologa, autori del libro “Sessualità e amore. Come rispondere alle domande imbarazzanti dei vostri bambini” (Giunti Editore, 240 pagine, 12 euro):
Quando i bambini e i preadolescenti si innamorano, i genitori giocano un ruolo molto importante, perché possono enfatizzare, sminuire, o distruggere o rispettare questi sentimenti. Molti genitori sono presenti e dividono con i figli le esperienze che fanno, altri li lasciano soli e soddisfano solo l’aspetto materiale, senza intervenire sui sentimenti e sulle emozioni, altri ancora sono totalmente disinteressati, ed i ragazzini sono lasciati a se stessi in balia della vita. Bisogna evitare di diventare genitori che ossessionano i figli cercando di partecipare alle loro esperienze, condizionandole e travisandole secondo la logica degli adulti, ed essere genitori che invece affiancano i loro figli, lasciandoli vivere nel loro tempo e con i loro mezzi”.
Fondamentale in questo periodo è, quindi, ascoltare i propri figli mantenendo vivo un rapporto di comunicazione “SANO” senza troppe intrusioni ed evitando di renderlo ridicolo o di imbarazzo oltre misura.
E’ opportuno un dialogo serio e maturo privo di tabù.
Scrive la dott.ssa Piloni:
I genitori non devono trattare i ragazzi alla pari, perché non sono loro amici, i genitori sono le loro guide in questa fase di crescita. E i ragazzini chiedo ai grandi questo ruolo responsabile, ossia quello di essere un punto di riferimento. Spiare i figli in questa fase può essere normale per capire se ci sono pericoli reali nelle loro frequentazioni, però serve un passo di discrezione. Leggere un diario o infilarsi in Facebook, non deve essere il pretesto per una sgridata o per un intervento brusco. Ogni osservazione deve essere spiegata: il rischio altrimenti è quello di essere tagliati fuori”.