
Coronavirus: un bambino su tre ha paure che prima non aveva
Coronavirus: bambini in quarantena e nuove paure
Un bambino su quattro rivuole i genitori vicini durante la notte in questo periodo di emergenza sanitaria a causa del Coronavirus
“Gli effetti psicologici del Coronavirus sulla vita dei bambini di età compresa tra i 4 e i 10 anni” è lo studio realizzato dalla dott.ssa Cristina Meloni – in collaborazione con l’Istituto di formazione sardo, Centro studi per la famiglia, insieme a Università telematica internazionale Uninettuno – che ha cercato di capire, tramite la somministrazione di questionari, lo stress e i traumi in questo periodo.
Lo studio della dott.ssa Cristina Meloni
La dott.ssa Meloni, ha inviato via posta elettronica centinaia di questionari ad altrettante famiglie di Piacenza e Codogno. Ai genitori è stato richiesto di indicare alcuni comportamenti nuovi che i rispettivi figli avevano iniziato a manifestare durante il periodo di isolamento dovuto all’emergenza Coronavirus. Le famiglie che hanno compilato il questionario sono state 1.399:
- 579 famiglie di Piacenza;
- 129 famiglie di Cremona;
- 197 di Lodi;
- 494 di Bergamo.
I i risultati sono stati pubblicati anche sull’Ansa e da diversi quotidiani nazionali.
I risultati dello studio della dott.ssa Cristina Meloni:
- un bambino su tre aveva manifestato delle paure che prima non aveva;
- sono aumentati i disturbi del sonno ;
- i genitori hanno evidenziato cambiamenti d’umore nei loro figli – il 65% ha manifestato irritabilità, capricci e rifiuto delle regole – il 40% più nervosismo – il 59% è apparso ai genitori più svogliato.
Ma come possiamo aiutare i bambini a fronteggiare queste paure?
Alcuni consigli pratici offerti dalle dott.sse Chiara Bartolini , Nives Favero e Verusca Giuntini , psicoterapeute a orientamento psicosintetico sul sito Terra Nuova:
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Essere presenti nell’ascolto e rispondere alle domande dei bambini con sincerità utilizzando parole semplici e adatte alla loro età; questo atteggiamento infonde fiducia e rassicurazione ed è fondamentale per imparare a dare un senso agli eventi della vita;
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Riconoscere e legittimare ogni emozione, far capire che non ci sono emozioni giuste o sbagliate e che è normale sentirsi impauriti, tristi o arrabbiati;
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Evitare frasi di uso comune come “Non pensarci”, “Non avere paura”, “Non piangere”, “Arrabbiarsi non serve a nulla”, “Cerca di essere forte”, poiché, invece di avere un effetto positivo, vanno ad ostacolare l’espressione del disagio e delle emozioni;
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Coinvolgere i bambini nelle attività quotidiane dando loro dei compiti semplici, ma che li facciano sentire utili e importanti, usando anche creatività e fantasia;
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Leggere insieme, disegnare, usare la manualità, ballare, inventare storie e recitare;
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Proporre in maniera giocosa attività che possano favorire il rilassamento psico-fisico, come ad esempio fare il bagnetto o la doccia concentrandosi sulle sensazioni tattili e olfattive;
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Alternare momenti rilassanti ad attività motoria e ludica, proponendo esercizi fisici e divertenti;
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Limitare l’esposizione alle notizie dei media selezionando solo informazioni ufficiali ed essere certi che vengano recepiti messaggi corretti da parte dei bambini;
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Ricordarsi che i genitori sono l’esempio più importante per il bambino e per questo è indispensabile prendersi cura di se stessi, seguendo un’alimentazione sana, evitando di utilizzare in maniera eccessiva la tecnologia, riposandosi e facendo una regolare attività fisica anche se nelle proprie case;
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Rimanere in contatto telefonico o video con familiari e amici;
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Rassicurare i bambini dicendo loro che tutti i medici, e i sanitari in generale, e gli scienziati del mondo si stanno adoperando per trovare una cura e risolvere il problema al più presto;
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Fare affidamento sui gruppi di supporto sociale e sulle istituzioni; ad esempio sono stati istituiti degli sportelli d’ascolto ai quali le persone possono rivolgersi in maniera gratuita per qualsiasi dubbio, necessità di indicazione, supporto di tipo psicologico e psicoeducativo.
Attraverso questi piccoli suggerimenti è possibile lavorare attivamente per promuovere fin da adesso, in tempi brevi, un maggiore benessere psicologico e ridurre i rischi futuri, potendo inoltre favorire una più rapida ripresa scolastica e sociale».
Immagine in evidenza fonte Pexels
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