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Bilinguismo: svantaggio o opportunità

Sostenere l’apprendimento linguistico dei nostri figli:i vantaggi di essere bilingui

Attualmente i genitori possono garantire ai loro figli un’educazione linguistica grazie ad esperienze all’estero, corsi di lingua o ospitante ragazze alla pari. Inoltre si è molto diffusa la pratica di inserire i propri figli, sin dalla più giovane età, in percorsi scolastici dotati di metodi didattici specifici per l’apprendimento delle lingue straniere. Stiamo parlando delle scuole bilingui e delle scuole internazionali.

L’obiettivo di entrambe è di stimolare le capacità di apprendimento di una o più lingue straniere attraverso lo studio delle stesse come mezzo per imparare altre discilpine e raggiungere un livello di competenza linguistica bilingue. Internet ci offre la possibilità di conoscere testimonianze dirette sui benefici dell’inserimento dei propri figli ad una scuola bilingue come l’articolo dedicato del sito mammaoggi.it.

Tuttavia si rilevano ancora molte perplessità riguardo i vantaggi del bilinguismo. Molte ricerche scientifiche si sono sviluppate su questo fenomeno, ed in generale l’idea dominante è che sia causa di confusione ed a volte di incompetenza linguistica. A contrastare tale affermazione sempre più ricercatori ed esperti muovono le proprie ricerche in senso contrario

Fred Genesee, docente di Psicologia all’Università di Montereal, ha dedicato anni di studio al bilinguismo sostenendone i vantaggi. In uno dei suoi articoli “Bilingual First Language Acquisition: Evidence from Montreal(Diversité urbaine, 2008, p. 9-26) si concentra sul fenomeno dell’alternanza dei codici, ovvero l’utilizzo di elementi fonologici, lessicali e morfosintattici provenienti dalle due lingue e presenti nello stesso enunciato verbale, nella stessa parte della conversazione o in situazioni differenti, sempre presente in adulti e bambini bilingui. Lo studio prosegue considerando il bilinguismo dei bambini di Montreal, che avevano imparato francese ed inglese simultaneamente, focalizzandosi su aspetti come la loro capacità di differenziare le lingue che acquisiscono, a cambiare lingua nelle diverse situazioni di comunicazione,a cambiare lingua per rispondere alle reazioni degli interlocutori o per compensare limiti dello sviluppo delle abilità linguistiche. I risultati dello studio lo portano a concludere che il fenomeno dell’alternanza di codici nei bambini bilingui è piuttosto sinonimo di capacità e competenza linguistica che di confusione, soprattutto se l’acquisizione delle due lingue avviene simultaneamente e in età molto precoce.

Un altro studio che coinvolge una realtà più vicina a noi quella della Sardegna, riguarda le migliori capacità di problem solving e pensiero creativo dei bambini bilingui. Si tratta della ricerca di Marinella Parisi, una docente di Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione dell’Università di Cagliari, svolta in collaborazione con il dottor Fraser Lauchlan – dell’Università di Strathclyde-Glasgow e con la dottoressa Roberta Fadda, ricercatrice del Dipartimento di Pedagogia, Psicologia, Filosofia. L’indagine, i quali risultati sono stati pubblicati nell’articolo scientifico “Bilingualism in Sardinia and Scotland: Exploring the cognitive benefits of speaking a ‘minority’ language”, pubblicato dall’International Journal of Bilingualism il 16 aprile 2012, ha coinvolto 121 bambini scozzesi e sardi di 9 anni, dei quali 62 bilingue (i primi con inglese e gaelico, i secondi con italiano e sardo), i quali sono stati sottoposti a varie prove, tutte in inglese o italiano riguardanti la riproduzione di forme, la ripetizione di numeri, la definizione di parole e concetti e la risoluzione di problemi aritmetici. Al termine dei test i risultati evidenziarono non solo che le migliori prestazioni erano quelle dei bambini bilingui, ma tra i due gruppi i bambini scozzesi raggiunsero punteggi migliori in relazione al fatto che la lingua gaelica viene appresa in famiglia e a scuola, inoltre la conoscenza del linguaggio può essere estesa alla letteratura, contrariamente alla lingua sarda la cui tradizione è orale e non è inserita tra le materie scolastiche

 

Quest’ultima affermazione derivata dai risultati della ricerca conferma ulteriormente l’importanza del ruolo della scuola bilingue e della sua influenza nello sviluppo dell’intelligenza del bambino. I risultati delle ricerche qui sopra esposte rappresentano una prova aggiuntiva che essere bilingui rappresenti un vantaggio. La necessità di passare da una lingua ad un’altra permette al cervello di allenarsi ed applicare la stessa prontezza di riflessi allo sviluppo di altre competenze, quali ad esempio la capacità mnemonica, lo spirito creativo e la rapidità nel problem solving.

Ovviamente per apprendere una seconda lingua, i bambini devono essere esposti alla stessa per un certo tempo, fattore quantitativo, ma gli esperti sono ancora più concordi sul fatto che è molto più importante il metodo, fattore qualitativo, con il quale viene trasmesso l’insegnamento. Tradotto in termini di orari scolastici, per raggiungere la conoscenza della seconda lingua dovranno essere garantite almeno un totale ore uguale alla prima lingua, ma ciò che davvero risulta fondamentale è il fatto che si avranno risultati più evidenti se le lezioni sono divertenti, emotivamente stimolanti e focalizzate sugli interessi dei partecipanti.

Nel caso di apprendimento linguistico in casa, ad esempio dai genitori immigrati, che magari non conoscono ancora bene la lingua del paese che li ospita, valgono gli stessi principi. Non solo l’atmosfera domestica faciliterà l’apprendimento della lingua madre, ma permetterà loro di essere affettivamente stimolati e ciò avrà un’influenza positiva anche per la conoscenza della lingua socialmente utilizzata.

Immagine in evidenza fonte Pixabay

di Elisa Peressin

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Famiglia, Innovazione, Scuola

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