Skip to main content

Modelli dell’educazione bilingue

Il termine educazione bilingue risulta ormai troppo generale per poter esprimere l’orientamento di un dato programma: con esso infatti si coglie solo la caratteristica principale, ossia che vi sono due lingue veicolari, lasciando nel vago altri fattori quali per esempio il contesto linguistico, le lingue usate a scuola, gli obiettivi di coloro che definiscono le politiche di uno Stato o i risultati linguistici che gli studenti ottengono al termine del loro percorso scolastico. I numerosi termini coniati di recente per indicare i diversi programmi attivati nell’ambito dell’educazione bilingue indicano lo sforzo che si sta facendo per cercare di mettere a fuoco l’orientamento adottato da ciascun modello. La classificazione iniziale dei modelli è basata sugli obiettivi dell’educazione bilingue, in base ai quali Baker fa una distinzione tra forme forti e deboli di educazione bilingue:

  • le forme deboli di educazione bilingue considerano il bilinguismo non come un obiettivo a sé stante, ma come un passaggio intermedio tra monolinguismo nella L1 e monolinguismo nella L2. In generale ci si riferisce a queste forme con il nome di modelli di transizione, che ambiscono solitamente ad una transizione controllata da una L1 diversa dalla lingua ufficiale usata a scuola a quest’ultima. Anche se non sono esplicitamente progettati per sopprimere la L1 dei bambini, è innegabile che essa non riceva alcun supporto dal sistema educativo, una volta superato il periodo di transizione. Le forme deboli di bilinguismo appaiono normalmente in casi di immigrazione e contesti di lingue minoritarie: l’obiettivo è insegnare ai bambini ad usare al meglio la L2 in contesti accademici, fornendo una preparazione che faciliti il loro ingresso nella scuola superiore, dove la lingua di Stato è il mezzo di istruzione, e assicuri loro una piena cittadinanza democratica. In molti casi, i programmi bilingui di transizione progettati dal sistema educativo vengono avvalorati dagli sforzi privati di genitori e comunità locali, che forniscono un supporto aggiuntivo per controbilanciare il pericolo di una perdita linguistica.
  • le forme forti di educazione bilingue ambiscono invece ad un bi/plurilinguismo da portare avanti anche in età adulta. In altre parole, esse considerano i repertori plurilingui nelle loro diverse forme come una risorsa di valore e uno strumento per raggiungere competenze elevate non solo a livello linguistico. Questi modelli dipendono dal contesto sociale e godono del supporto di quei genitori che vogliono che i loro figli siano competenti in più lingue. Si può distinguere tra:
    • modelli che aspirano al mantenimento della lingua d’origine, con il doppio obiettivo di acquisire una lingua di comunicazione più efficace, ma allo stesso tempo mantenere la propria lingua;
    • modelli che ambiscono al recupero di una lingua minoritaria che ha perso il proprio prestigio o ambiti di uso per ragioni economiche o politiche, con l’obiettivo di creare le condizioni necessarie per “normalizzare” l’uso della lingua minoritaria;
    • modelli che ambiscono all’arricchimento del repertorio linguistico di bambini monolingue, per raggiungere ad esempio un bi/plurilinguismo funzionale, in casi in cui da solo non si sarebbe sviluppato. Il supporto a questo tipo di programmi può essere dato a livello nazionale (l’insegnamento dell’inglese come lingua straniera) o limitato ad alcune regioni (pensiamo all’insegnamento del francese o del tedesco nelle Regioni italiane a statuto speciale). L’idea è quella di acquisire una seconda lingua in maniera più efficiente grazie all’educazione bilingue, anziché attraverso l’insegnamento tradizionale.

 

di Stefania Feriti docente presso Little England Bilingual School

BIBLIOGRAFIA

LIBRI E PUBBLICAZIONI

Agazzi, Didattica degli insegnamenti linguistici,Vita e Pensiero, Milano, 1975.

Anzideo, Piccoli immigrati in Europa. Confronto tra le strategie di inserimento scolastico, tesi di laurea. Università Cattolica del Sacro Cuore, Corso di laurea in Scienze della formazione a.a. 2002/2003 rel. M. Santeri

E. Balboni, Dizionario di glottodidattica, Guerra Edizioni, Perugia 1999.Modelli dell’educazione bilingue 1

P.E. Balboni, (a cura di), Educazione Bilingue, Guerra Edizioni, Perugia 1999Modelli dell’educazione bilingue 3

Baker, Foundations of Bilingual Education and Bilingualism, 3rd ed. Multilingual Matters, ClevedonModelli dell’educazione bilingue 5

Bernarducci, L’acquisizione del linguaggio e del bilinguismo, Tesi di Laurea, Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, Facoltà di Psicologia 1, Corso di laurea in Diagnosi e Riabilitazione dei Disturbi Cognitivi, a.a. 2005/2006, rel. P. Zoccolotti.

Berruto, Sociolinguistica dell’italiano contemporaneo, La Nuova Italia Scientifica, Roma 1987.Modelli dell’educazione bilingue 7
Bondi, D. Ghelfi, B. Toni, (a cura di). Teaching English – Ricerca e pratiche innovative per la scuola primaria, Tecnodid Editrice, Napoli, 2006

Cardinali, L’insegnamento della lingua inglese nella scuola primaria attraverso un approccio ludico-comunicativo, tesi di laurea. Università di Urbino, Corso di laurea in Scienze della formazione a.a. 2010/2011 rel. R. Coles.

Carli, (a cura di), Aspetti linguistici e interculturali del bilinguismo. Franco Angeli, Milano.Modelli dell’educazione bilingue 9,
Chomsky, Le strutture della sintassi, Laterza, Roma, 1980.Modelli dell’educazione bilingue 9
C.M. Coonan, La lingua straniera veicolare, UTET, Torino, 2002.Modelli dell’educazione bilingue 13

Consejería de Educación – Comunidad de Madrid, Los Programas de Enseñanza Bilingüe de la Comunidad de Madrid. Un estudio comparado, Madrid 2012.

Deshays, Come favorire il bilinguismo dei bambini, Red Edizioni, Novara 2003.Modelli dell’educazione bilingue 15
Elsner, J. Kessler, Bilingual Education in Primary School, Narr Francke Attempto Verlag GmbH + Co. KG, Tübingen, 2013.

Elsner, J. Kessler, Bilingual Education in Primary School, Narr Francke Attempto Verlag GmbH + Co. KG, Tübingen, 2013.

European Commission/EACEA/Eurydice, Towards a Mobility Scoreboard: Conditions for Learning Abroad in Europe. Publications Office of the European Union, Luxembourg, 2013.

European Commission, Teaching and learning: toward the learning society, European Commission, Brussels, 1996.

Extra, K. Yağmur (eds.), Language Rich Europe – Tendenze nelle politiche e nelle pratiche per il multilinguismo in Europa, Cambridge University Press, Novembre 2012

Eurydice, Content and Language Integrated Learning (CLIL) at school in Europe: Country Report: Germany. European Commission, Bruxelles 2006.

Giunchi, Introduzione all’acquisizione delle lingue, Edizioni della Facoltà di Lettere e Filosofia La Sapienza, Roma 2002.

Grosjean, Life with Two Languages: An Introduction to Bilingualism, Harvard University Press, Cambridge 1982.

Hoff & M. Shatz (eds.), Handbook of Language Development , Blackwell, Oxford, England,

Hughes, Studies in bilingual Education, Bern [etc.], 2011.

Krashen, Why Bilingual Education? Office of Educational Research and Improvement, U.S. Department of Education, 1997.

Laurence, N. Njouogwa, Osservare l’interlingua a scuola, tesi di laurea, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, Università degli Studi di Bologna, Facoltà di Scienze della Formazione, Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria, a.a. 2005/2006. Rel. G. Pallotti.

Marsh, B. Marsland, T. Nikula (a cura di), Aspects of implementing plurilingual education, The continuing education centre, University of Jyväskylä, Finlandia 1997.

Marsh, P. Mehisto, D. Wolff, M.J. Frigols Martín, European Framework for CLIL Teacher Education – A framework for the professional development of CLIL teachers, European Centre for Modern Languages, Council of Europe.

Ó Riagáin, G. Lüdi, Bilingual Education: some policy issues, Council of Europe, Strasbourg 2003.

Paciotto, F. Toso, Il bilinguismo tra conservazione e minaccia: esempi e presupposti per interventi di politica linguistica e di educazione bilingue, Angeli, Milano 2004.

Porcelli, Principi di glottodidattica, La Scuola, Brescia, ristampa 2013.

Porcelli, Comunicare in lingua straniera: il lessico, UTET-Libreria, Torino 2004.

Pulvirenti, F. Applicazioni didattiche degli studi sulle sequenze di acquisizione della L2, Tesina finale del corso di formazione CIS, Università degli Studi di Bergamo, Rel. E. Nuzzo, 2009.

Sánchez Llana, Bilingual Education Models in Primary Schools: The Case of Asturias, Trabajo fin del Máster en Ensenanza Integrada de la lengua inglesa y contenidos: educación infantil y primaria, Universidad de Oviedo, Facultad de Formación del Profesorado y Educación, 2013.

Santipolo, (a cura di), Educare i bambini alla lingua inglese, Pensa MultiMedia Editore, Lecce-Brescia, 2012.Modelli dell’educazione bilingue 17

Taeschner, Insegnare la lingua straniera. Prospettive teoriche e didattica per la scuola elementare, Il Mulino, Bologna, 1987.Modelli dell’educazione bilingue 19

Titone, Bilinguismo precoce ed educazione bilingue. Armando, Roma, 1976.Modelli dell’educazione bilingue 21

Warren & H. M. Benbow (eds.), Multilingual Europe: Reflections on Language and Identity, Cambridge Scholars Publishing, Newcastle upon Tyne, 2008.

Weinreich, Languages in Contact: Findings and Problems, Dover Publications, New York, 1953.

nutrono il blog_rid

Modelli dell’educazione bilingue, Scuola

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Scopri di più da Maestraemamma - parliamo di figli e scuola, risorse per insegnanti, genitori e bambini

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continue reading