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Insegnare lo spagnolo come lingua straniera nella scuola primaria

Lo spagnolo, la seconda lingua più usata su Twitter e la terza della Rete

 

L’avanzata dello spagnolo alla conquista del mondo, anche virtuale, prosegue inarrestabile. Secondo uno studio dell’Instituto Cervantes sullo stato della lingua nel 2012, presentato in questi giorni a Madrid, lo spagnolo è già la seconda lingua più utilizzata su Twitter, dopo l’inglese e prima del portoghese e del giapponese, ed è la terza più usata su Facebook dove ci sono oltre 80 milioni di utenti ispanici. Nelle valutazioni di Twitter non viene calcolato il cinese, essendo questa rete sociale bloccata nel Paese asiatico; ma sappiamo che i Paesi ispanici che fanno un maggior uso dei tweets sono il Messico e la Spagna. Il castigliano è anche la terza lingua più usata della Rete, grazie allo spettacolare aumento della sua presenza negli ultimi 10 anni: ben l’800%.

Ma non di sola Rete vive il successo di questa lingua ricca e inesauribile. Secondo lo studio dell’Instituto Cervantes, sono circa 18 milioni le persone che studiano lo spagnolo nel mondo, il che permette di affermare che nel 2030 il 7,5% della popolazione mondiale parlerà spagnolo ed è molto probabile che, se continuerà con questi ritmi di crescita, nel 2050 gli Stati Uniti d’America saranno il primo Paese del mondo per numero di abitanti che parlano il castigliano (al momento è il Messico, con i suoi oltre 100 milioni di abitanti).
Se lo spagnolo sembra godere di buona salute nei Paesi in cui si parla e in Europa, dove è una delle lingue più studiate (negli USA e in Brasile è la prima lingua straniera studiata: negli Stati Uniti per ovvie ragioni, essendo sempre più influente la presenza della comunità ispanica, in Brasile, dove è obbligatorio, altrettanto, essendo circondato da Paesi ispanici), c’è un’area che resiste alla sua espansione: il Sud-Est asiatico. E la resistenza è dovuta sia all’ancora relativa scarsità di relazioni commerciali sia alla mancanza di professori qualificati. Ma il segnale dell’interesse è tutto in un dato: negli ultimi anni, nella sola Pechino, sono stati aperti 35 centri d’insegnamento dello spagnolo.

Lo Spagnolo come seconda lingua straniera

Alcune scuole primarie hanno aderito alla sperimentazione che prevede l’inserimento della seconda lingua straniera comunitaria (LS2) a partire dalle classi di scuola primaria. I destinatari sono classi intere o gruppi di allievi. In genere i moduli vanno da un minimo di 60 a un massimo di 100 ore annue in orario aggiuntivo rispetto alle 27/30 ore settimanali o all’interno delle 40 nel tempo pieno. Nel sito alcune risorse per i docenti.

carlos

La scuola bilingue Little England di Brescia ha introdotto dall’anno scolastico 2012-2013 l’insegnamento della lingua spagnola (LS3) a partire dalla classe prima, una volta alla settimana. Il metodo utilizzato è composto da un materiale interattivo da utilizzare con la LIM per imparare vocaboli e frasi in modo ludico e divertente. Si veda http://cvc.cervantes.es/ensenanza/mimundo/default.htm. Dal prossimo anno scolastico questo materiale sarà supportato dal programma Hocus & Lotus per l’apprendimento della lingua spagnola.

Breve descrizione del modello del format narrativo del programma Hocus e Lotus!

hocus

 

Il FORMAT NARRATIVO è un modello psicolinguistico per l’insegnamento delle lingue ai bambini della scuola dell’Infanzia, Primaria e del Nido.
Sviluppato alla ‘Sapienza’ Università di Roma dalla Prof.ssa Traute Taeschner all’interno di diversi Progetti Europei Socrates Lingua, è stato verificato sperimentalmente con successo in più di 120 Scuole dell’Infanzia ed Primarie italiane ed europee ed è attualmente utilizzato da più di 4.000 insegnanti in tutta Europa. Vincitore dell’ORO al Festival per il Programma di Educazione Permanente a Berlino 2007, questo progetto educativo vede coinvolta la Rai e la Provincia di Bolzano per la produzione dei materiali didattici ad esso collegato.

HOCUS E LOTUS, I DINOCROCS CHE INSEGNANO LE LINGUE AI BAMBINI

Esso si basa su tre concetti fondamentali:

1. Apprendere la lingua straniera in modo analogo ai processi di acquisizione del linguaggio.
Il bambino inizia a conoscere il mondo ed impara a parlare all’interno di esperienze di carattere ripetitivo condivise con l’adulto; format sono appunto quei «vissuti» che madre e bambino condividono quotidianamente, come per esempio, ai primi stadi evolutivi: la poppata, il cambio pannolini, il bagnetto e così via. In tale contesto, significativo sul piano emozionale e affettivo, si sviluppa la comunicazione, verbale e non.
2. Realizzare tecniche di insegnamento di carattere operativo e interattivo, coerenti con i processi di acquisizione del linguaggio. Premessa per l’insegnamento/apprendimento della lingua è creare una condizione ambientale favorevole, denotata da un rapporto affettivo e di complicità che motivi il desiderio comunicativo. Il bambino inizia a parlare perché vuole essere capito e comunicare con la persona con la quale è stata instaurata un’interazione affettiva; questo avviene per la prima lingua e analogamente deve avvenire per la lingua straniera.

LETTURA AD ALTA VOCE E BILINGUISMO

3. Porre la comunicazione umana, nelle sue modalità linguistiche, al centro dell’insegnamento/apprendimento della nuova lingua.
La realizzazione teatrale di storie, con il supporto della gestualità, della mimica, permette che il significato delle parole e delle frasi venga appreso attraverso un lavoro attivo, ove l’azione scenica dà senso al suono delle parole e la nuova lingua diventa concretamente lingua veicolare.

 

Bilinguismo, Scuola bilingue

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