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definizione di disgrafia

Disgrafia: definizione, esempi, sintomi e come riconoscerla

Per genitori ed insegnanti è spesso difficile reperire informazioni relative alla disgrafia

In questo articolo cercheremo di fare chiarezza

Definizione di disgrafia

La disgrafia è un disturbo specifico di apprendimento della scrittura correlato al linguaggio scritto.

Differenza fra disgrafia e disortografia

Spesso la disgrafia viene confusa con la disortografia, in realtà i due termini identificano condizioni molto diverse tra loro.

DISGRAFIA DEFINIZIONE

La disgrafia è un disordine nella codifica del testo scritto che viene fatto risalire ad un deficit di funzionamento delle componenti centrali del processo di scrittura, cioè è collegata alle abilità esecutivo-motorie.

La scrittura del bambino disgrafico appare deformata, poco fluida, tremolante e rallentata.

Hamstra Bletz e Blote nel 1993 definiscono la disgrafia “un disturbo correlato al linguaggio scritto che riguarda le abilità esecutive della scrittura. Essa si concretizza in una prestazione scadente dal punto di vista della grafia in bambini d’intelligenza normale, privi di danni neurologici o di handicap percettivo motori.

DISORTOGRAFIA DEFINIZIONE

La disortografia è un disordine di codifica del testo scritto tale da essere ritenuto patologico poiché si allontana dalla performace media dei bambini valutati sulla base dell’età e della classe frequentata.

 

differenza-disortografia-disgrafia-definizione di disgrafia
Immagine tratta dal sito Mammafelice

Disgrafia come riconoscerla:

Generalmente il bambino disgrafico presenta i seguenti errori durante la scrittura:

  • micro o macro grafie, con fluttuazioni fra le due;
  • difficoltà a rispettare gli spazi tra le parole/lettere;
  • scrittura eccessivamente lenta o precipitosa;
  • difficoltà ad apprendere ed automatizzare i movimenti necessari a produrre i grafemi ed a collegarli;
  • scarso controllo motorio
    • difficoltà a modulare la pressione;
    • complessità a controllare i movimenti necessari a produrre grafemi e a collegarli;
    • sforzo eccessivo a coordinare i movimenti delle dita, del polso e della spalla.

Alcuni esempi di scritture disortografiche

Di seguito alcuni esempi di disgrafie valutati in base alla prova BHK. La prova è organizzata in 13 parametri che valutano le differenti caratteristiche formali della grafia:

Primo gruppo di parametri: “Organizzazione spaziale”

Il primo gruppo di parametri (n° 1, 2, 3, 4 e 7) valuta il cattivo uso dello spazio della scrittura:

  1. grandezza della scrittura

disgrafia-grandezza-della-scrittura

2. margine sinistro non allineato

disgrafia-margine-sinistro-non-allineato

3. andamento altalenante della linea di scrittura

disgrafia-andamento-altalenante-della-linea-di-scrittura

4. spazio insufficiente fra le parole (capacità di distanziare le parole fra loro, in modo che siano bene individuate)

disgrafia-spazio-insufficiente-fra-le-parole

7. collisioni (capacità di distanziare le lettere fra loro)

collisioni (capacità di distanziare le lettere fra loro)

Secondo gruppo di parametri: “Formazione delle lettere”

Il secondo gruppo di parametri (n° 8, 9, 10 e 11) valuta il modo di formare le lettere attraverso l’analisi di::

8. grandezza irregolare delle lettere

grandezza irregolare delle lettere

9.  misura incoerente tra lettere con e senza estensione

disgrafia - misura incoerente tra lettere con e senza estensione

10. lettere atipiche

disgrafia-lettere atipiche

11. lettere ambigue

lettere ambigue

 

Terzo gruppo di parametri: “Controllo della motricità grafica”

Il terzo gruppo di parametri (n° 5, 6, 12 e 13) valuta la difficoltà nella motricità fine:

5. angoli acuti o collegamenti allungati

6.  collegamenti interrotti fra le lettere

12. lettere ritoccate o ricalcate

13. traccia di scrittura instabile

La scala sintetica per la valutazione della scrittura in età evolutiva BHK è acquistabile QUI

Disgrafia sintomi

Prima che il bambino impari a scrivere è utile osservare se ha sviluppato alcuni prerequisiti fondamentali per l’atto motorio dello scrivere.

Ad esempio è importante valutare se:

  • a 18 mesi è in grado di eseguire un tratto verticale;
  • intorno ai 24 mesi produce uno scarabocchio circolare;
  • è in grado, verso i 30 mesi, di imitare un tratto orizzontale e verticale e copiare un cerchio e dovrebbe poter tenere la matita fra il pollice e le altre dita;
  • riesce, a 48 mesi, a tenere fermo con una mano il foglio su cui sta scrivendo;
  • alla fine del percorso della scuola dell’infanzia (60 mesi) può disegnare delle semplici case ed è in grado di copiare il suo nome.

Anche se la dislessia si manifesta all’ingresso della scuola primaria, i primi segnali si possono individuare alla scuola dell’infanzia, soprattutto verso i cinque anni quando iniziano le prime riproduzioni dei segni alfabetici e numerici.

Disgrafia: esercizi da fare

Durante l’ultimo anno di scuola dell’infanzia è opportuno creare dei laboratori di potenziamento per aiutare i bambini a sviluppare e rinforzare i prerequisiti necessari per l’apprendimento della scrittura.

Il laboratorio non ha bisogno di spazi specifici, si può svolgere in sezione o a casa.

Consiglio tutte le attività proposte ad esempio dalla dott.ssa Alessandra Venturelli, insegnante e grafologa.

La dott.ssa Venturelli ha pubblicato diversi volumi, veri e propri quaderni operativi, ricchi di esercizi da stampare e di esempi di attività pratiche da svolgere con semplice materiale.

I testi si possono acquistare QUI, il costo è modico (euro 8,00), sono semplici e di facile lettura anche per un non tecnico.

Oltre al testo della Venturelli consiglio semplici attività come:

  • forare con un punteruolo del perimetro di semplici figure;
  • ritagliare e strappare pezzettini di carta e far fare delle piccole palline ai bambini;
  • giocare con plastilina per creare palline di varie grandezze;
  • collaborare ai lavori domestici come stendere piccoli pezzi di stoffa (qui un esempio)
  • creare collane e bracciali con perline

Immagine in evidenza fonte da Pexels

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