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conservare le cellule del cordone ombelicale

Tutto ciò che i genitori devono fare per conservare le cellule del cordone ombelicale

Conservare le cellule staminali del cordone ombelicale: cosa fare, come informarsi? 

A cura di: Ufficio Stampa Sorgente

Conservare le cellule staminali del cordone ombelicale presso una banca cellule staminali è una scelta molto importante che deve essere fatta in modo consapevole e informato.

Una volta deciso di seguire questa strada e trovata una struttura adeguata cui consegnare il prezioso campione, papà e mamma dovranno occuparsi di pochissime altre cose. Vediamo quali.

Prima di firmare il contratto va accertato che la biobanca prescelta abbia una certificazione di qualità GMP (fra le più importanti certificazioni internazionali di qualità sulla conservazione delle cellule staminali) e offra un’assicurazione a garanzia del servizio in caso di insolvenze o difficoltà economiche della struttura.

Dopo aver firmato il contratto con la biobanca i futuri genitori dovranno avere un nullaosta per esportare il campione di cellule staminali: a tale riguardo la direzione sanitaria dell’ospedale scelto per il parto fornirà alcuni moduli da compilare.

Successivamente i genitori dovranno contattare la biobanca per farsi inviare un pacchetto informativo e il kit di raccolta (un contenitore speciale dotato di strumenti per il prelievo e per la conservazione del campione di sangue; un dispositivo elettronico che registra la temperatura interna al contenitore e la invia al termometro posto all’esterno per poter controllare sempre le condizioni del campione prelevato).

Le biobanche più qualificate assegnano un tutor ad ogni famiglia, il quale fornirà tutta l’assistenza necessaria in caso di dubbi o domande.

Il giorno del parto il papà consegnerà al personale sanitario il kit per il prelievo del sangue ombelicale dal cordone (mamma avrà altro da fare, non può pensare a tutto lei!).

Dopo il parto, i neogenitori telefoneranno semplicemente alla biobanca, e questa invierà un corriere presso la stanza dove la neomamma sta affrontando la degenza. Il corriere porterà il campione al laboratorio affinché siano controllate, ad esempio, la vitalità e il volume delle cellule prelevate. In caso di esito positivo di tali esami, si procederà con la crioconservazione.

I neogenitori avranno un certificato di crioconservazione attestante la corretta conservazione del campione all’interno di biocontainers (contenitori speciali) a una temperatura di -196°C. Questa temperatura consente alle cellule staminali cordonali di conservarsi per molti anni, e di essere disponibili in caso il bimbo o la famiglia ne avesse bisogno: basterà richiedere l’autorizzazione al rientro del campione al Ministero della Salute.

Per maggiori informazioni: www.sorgente.com 

Immagine in evidenza fonte Pexels

 

Bambino, Famiglia, Gravidanza

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